Chissà se il pipistrello non sia la metafora di questa pandemia: un mammifero dall’aspetto terrificante, un vero e proprio mostro demoniaco, una leggenda del male. L’immagine più spaventosa è quella del Conte Dracula, che succhia il sangue della vergine e con la complicità delle tenebre fugge via tramutandosi in pipistrello. E intanto – come il contagio del Sars Cov 2 –  mischia ad altri l’infezione che trasforma in vampiri. Maledetto virus, maledetti pipistrelli.
Batman, invece, sceglie il simbolo del pipistrello perché gli fa paura e dunque perché lo temano anche i suoi avversari; è un cavaliere contemporaneo che lotta per essere migliore della sua condizione umana. Alle ricchezze dell’uomo d’affari e di successo preferisce un ideale di giustizia universale, sfidando persino il potere costituito e le convenzioni sociali.

Se non portassimo la pena nel cuore per i defunti vittime dell’epidemia, una incipiente Sindrome di Stoccolma ci porterebbe addirittura a ribaltare le nostre esclamazioni: benedetto virus, benedetti pipistrelli. Gli orripilanti volatili sono preziosi all’ecosistema, fanno piazza pulita di insetti nocivi e favoriscono l’impollinazione. Nella lingua cinese lo stesso suono “fu” traduce la parola fortuna, ma anche pipistrello e di qui deriva una precisa simbologia. Un pipistrello vuol dire felicità e longevità; due l significano un auspicio di buona fortuna; cinque rappresentano le cinque benedizioni: lunga vita, ricchezza, salute, amore per la virtù e una morte naturale.

Da quando il Governo italiano ha annunciato che era giunto il momento di rallentare i motori, un popolo ferito, come non accadeva dalla Seconda Guerra Mondiale, si è trovato di fronte al pericolo concreto della morte. Si è avuta prova di una grande verità: l’obbedienza a un comando giuridico dipende, prima ancora che dalla sua coercibilità manu militari, dalla convinzione morale intima e collettiva che si tratti di una regola “giusta”. E’ stata in gioco la Salus Rei Publicae, intesa come indissolubile intreccio fra la salvezza personale e la tenuta democratica. In faccia alla necessità pura non vi sono state altre spinte e il popolo italiano ha osservato rigorosamente il lockdown.

Bisognava arrivare a questo? Dovevamo sentirci in bilico fra la vita e la morte per comprendere il rispetto dei doveri che ci impone la nostra stessa natura umana?

Nel “Nessuno si salva da solo” pronunciato dal Papa in una piazza San Pietro vuota c’è l’apertura bidimensionale, verticale e orizzontale, alla quale è chiamato ogni essere umano. Chi di noi, religioso o meno, non ha alzato gli occhi al cielo in queste settimane e chiesto il miracolo? Chi di noi non ha domandato scusa alla Natura o a Dio, che sono tutt’uno? E chi di noi non ha invocato l’aiuto della Sanità Pubblica, degli Ospedali e dei medici di base?

Tradotto in termini politici questo imperativo si chiama solidarietà, la quale altro non è che lotta alle diseguaglianze, esigenza di redistribuzione del benessere in una globalizzazione governata fino ad oggi esclusivamente dal profitto del capitalismo. E se si aggiunge che tutto ciò è avvenuto con una violenza inaudita nei confronti dell’ambiente, viene fuori con evidenza che per difendere la Natura e diminuire le diseguaglianze, c’è la necessità di un Governo Globale che segua un principio di Giustizia Universale e, in altri termini, un vero modello di Sviluppo Sostenibile.
L’interdipendenza economica e sociale fra tutte le regioni del pianeta è stata denunciata dal Coronavirus senza alcuno sconto. In poche ore un problema della provincia cinese dell’Hubei è divenuto un problema mondiale.

Batman non vuole essere il ricco Bruce Wayne, ma preferisce la sua mascherina di pipistrello, vuole essere un Cavaliere della Giustizia Universale. Di fronte al contrario di essa e cioè di fronte all’ingiustizia, il suo intelletto sensibile gli fa ripugnare l’idea pilatesca di lavarsi le mani. Così, se vorremo uscire davvero da questa crisi, non ci sarà sufficiente né indossare mascherine né, in altro senso, lavarci le mani. Il compito è molto più profondo: sviluppare l’apertura bidimensionale, verticale e orizzontale, che ci si è spalancata nello stato di necessità e farla diventare una dimensione non eccezionale, ma normale.

Image by Syaibatul Hamdi from Pixabay