Il prossimo settembre molte regioni italiane saranno chiamate al voto , dopo il rinvio a causa del corona virus.

In epoca democratica non era successo fino ad oggi che l’appuntamento simbolo della democrazia fosse rinviato , ma il covid ha potuto anche questo , intervenendo pesantemente nella vita delle persone.
Mai come questa volta la posta si preannunzia alta ed essenziale non solo per il futuro politico di alcuni presidenti in cerca di rielezione ma promette di essere un banco di prova per le sorti dell’esecutivo “giallorosso” , difficile pensare che in caso di sconfitta anche in regioni “ santuario “ come  per dire la Toscana , Conte possa pensare di restare ancora a Palazzo Chigi ; anche se la sua coalizione ha fatto di tutto in alcune regioni vedi la Puglia per favorire la vittoria di un candidato avversario, con la candidatura di Scarfalotto in competizione con l’uscente Emiliano.

Allo stesso modo un tracollo dei 5 stelle, al momento non impossibile , accompagnato da una prestazione  accettabile del PD , renderebbe  complicato ipotizzare alla luce dei mutati rapporti di forza una continuazione della coalizione di governo senza nemmeno un rimpasto o con un nuovo governo al limite a guida Dem.

Tutto è stato rinviato a dopo le elezioni regionali , per valutare i nuovi rapporti di forza e ciò spiega, insieme ad altri fattori , il perché della sostanziale inattività del Governo.
Insomma ancor di più che in passato anche per il numero di regioni al voto, la consultazione riveste un valore elevato i cui effetti , sono destinati a farsi sentire anche a livello nazionale.

Al netto però di qualsiasi risultato uscirà dalle urne è chiaro che ci troviamo davanti ad elezioni che inevitabilmente saranno condizionate dal corona virus, per vari motivi.

In primo luogo , il rischio di pandemia ancora purtroppo in essere , porterà molti elettori a non votare aumentando il fenomeno ( un vero  partito visti i numeri ) dell’astensionismo, oltre alle misure di sicurezza da adottare ai seggi, che scoraggeranno tanti.

Per non parlare dello svolgimento della campagna elettorale, già di per se difficile , se non impossibile,  visto il periodo estivo e che sarà ulteriormente limitata dal divieto di assembramento che renderà molto difficile i comizi elettorali; certo qualcuno potrà obiettare che possa essere possibile incontrare i propri elettori tramite social o piattaforme ma di certo non è la stessa cosa perchè viene meno il sale di ogni elezione.

Uno degli aspetti da tenere in conto senza cedere a facili demagogie è che in questo modo vi sarà una riduzione della scelta democratica , poiché con meno confronti e meno incontri tra candidati ed elettori , inevitabilmente rischiano di essere favoriti solo i candidati più conosciuti  e con più mezzi  ( nella migliore delle ipotesi ) rispetto a candidati che meno noti che magari hanno programmi e progetti migliori , ma che inevitabilmente avranno meno possibilità in questo caos di farsi conoscere.

Dicevamo poc’anzi nella migliore delle ipotesi , poiché è chiaro che il rischio di qualche infiltrazione  criminale , che dispone di mezzi per intercettare e condizionare una fetta di elettorato non è da escludere a priori, tanto più che L’Italia è in un momento di crisi economica.

Questo non vuol dire che non saranno elezioni regolari , ci mancherebbe la nostra è una grande democrazia , ma è chiaro che il rischio c’è : soprattutto nell’impossibilità di veicolare un messaggio politico pulito, occorrerà da parte degli enti preposti una vigilanza ancora più attenta, soprattutto nella fase della campagna elettorale.

La cosa più sensata sarebbe stato un rinvio più lungo , al limite a fine anno , perchè  nella speranza di debellare la pandemia o comunque di ridurne gli effetti non è possibile creare ulteriori disagi al mondo della scuola e ridurre il confronto : certo l’italiano ha ultimamente digerito di tutto , crisi di governo ad agosto compresa, ma francamente appare molto poco credibile una campagna elettorale sotto l’ombrellone.

Tanto più che Il voto regionale con l’elezione diretta del Presidente della Regione e con i poteri sempre più ampi di cui godono le regioni è ormai un voto da non sottovalutare , che in questa tornata per il rinvio della data e per le condizioni di svolgimento inevitabilmente subirà dei condizionamenti sia pur indiretti.

Certo, chiariamolo subito, non siamo davanti ad alcuna sospensione della democrazia ma è chiaro che ci troviamo in un campo inesplorato con un voto che si svolge in condizioni inedite, addirittura potrebbe subire un ulteriore rinvio: necessario vi siano le giuste condizioni di sicurezza.
Del resto pensare allo svolgimento del voto per posta , come in qualche altro paese dell’Unione si è anche fatto,(Polonia) , appare sicuramente una forzatura( questo si un rischio per la democrazia) e quindi sin quando non vi saranno le condizioni minime di sicurezza , è opportuno un rinvio.

Anche sotto l’aspetto dei programmi sarà molto difficile , riuscire a distogliere l’attenzione degli elettori dall’emergenza sanitaria, con un agenda politica che giorno dopo giorno deve tenere conto della crisi economica in atto , lascito non desiderato del Corona Virus.
Il rischio è di una campagna elettorale , dominata dall’emozione , dalla paura , senza capire che al contrario in un momento come questo occorrerebbe avere una visione nel lungo periodo con progetti innovativi in grado di trasformare una tragedia di questo genere in un opportunità; ancora potrebbero riemergere con più forza demoni mai sopiti come il razzismo e l’abbandono delle fasce più deboli.

Un voto dato sotto l’influenza delle emozioni e non sulla scorta dei programmi non è mai un voto positivo , anche se da più parti si potrebbe essere tentati di percorrere questa strada per un migliore risultato nelle urne.

Di tutto il nostro disgraziato Paese ha bisogno , fuorchè di  scelte fatte senza un minimo di logica e di programmazione.
Difficile ma non impossibile capirlo.

 

Foto: Repubblica.it