La Prima Pietra

Un ricordo di Gilberto Marselli, maestro di scienza e di vita

Gilberto Antonio Marselli, grande sociologo, economista, meridionalista, giovanissimo partigiano, ha iniziato le sue attività scientifiche e sociali al mitico centro di Portici di Manlio Rossi Doria che tanta parte ha avuto nelle vicende meridionali dell’immediato dopoguerra per rilanciare la nostra economia. Erano gli anni in cui si proponeva con forza la questione meridionale, quelli dell’osso e della polpa, per dirla con la celebre metafora di Rossi Doria, gli anni della riforma agraria.

Proprio Marselli, allievo e poi collaboratore di Rossi Doria, animatore instancabile del gruppo di Portici, fu punto di riferimento insostituibile per molti studiosi americani giunti nel nostro sud per capirne qualcosa, Friedmann per citarne uno e poi, tra gli altri, Banfield. Senza il giovane e brillante Marselli, studioso riconosciuto a livello internazionale, non ci sarebbe forse stato il filone degli studi di comunità. Amico di Rocco Scotellaro e di Danilo Dolci, appassionato della ricerca e delle storie delle persone, specie le più deboli e umili, ha segnato con le sue opere e la sua attività sociale e politica gli anni del meridionalismo più forte e vincente e non solo quelli.

Ma non abbiamo perso solo un importante e impegnato studioso. Il tratto che sempre mi ha colpito di Marselli era la sua vivacissima intelligenza, l’ironia acuta, l’elegante anticonformismo. Ho avuto la fortuna di conoscerlo al primo convegno di sociologia rurale italiano tenutosi a Reggio Calabria. Primi anni 80, fresca di studi universitari, appena entrata nel mondo della formazione manageriale, mi imbattei nel famoso prof. Marselli sul treno per Reggio. Lo conoscevo di fama, ricordo bene la nostra prima conversazione, all’insegna del garbatissimo suo “sfottò ” nei confronti dell’”ingenua”neo dottoressa armata di tanta erudita conoscenza!

Grandissimo Gilberto, mi hai insegnato molto, ho avuto l’onore di lavorare con te in alcuni progetti di ricerca del mio Istituto, sempre con il piacere della tua arguzia e sagacia.

Tu non amavi la retorica e, certo senza enfasi, voglio ricordare il tuo spirito libero ora che ci sarebbe tanto bisogno di un pensiero forte e ” leggero” come il tuo.

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