Traduzione dell’articolo – “Herd Immunity” is Epidemiological Neoliberalism” – di Isabel Frey pubblicato sulla rivista “The Quarantimes”

” Mentre la maggior parte dei paesi europei sta attuando blocchi per fermare la diffusione del coronavirus, alcuni paesi stanno optando per una strategia diversa: l’immunità di gregge. Invece di testare quante più persone possibile e implementare misure per aumentare il distanziamento sociale, questi paesi lasciano diffondere intenzionalmente il virus tra le persone a basso rischio, in modo che gran parte della popolazione diventi immune, (benché al netto di un elevato numero di casi fatali, ndr). Questo approccio è stato proposto per la prima volta dal primo ministro britannico Boris Johnson, che ha inizialmente rifiutato di attuare misure di allontanamento sociale fino a pochi giorni fa. Mentre il Regno Unito ha preso ufficialmente le distanze da questa strategia, i Paesi Bassi e la Svezia continuano a mantenere questo approccio, nonostante le dure critiche dell’OMS.

Questi paesi sostengono che costruire l’immunità di gregge è l’unica strategia a lungo termine per affrontare il virus, poiché l’epidemia non può più essere contenuta e potrebbe sempre ripresentarsi. Invece di mettere sotto blocco l’intero paese, solo le popolazioni a rischio dovrebbero essere messe in quarantena mentre l’epidemia continua a diffondersi. Molti epidemiologi e virologi hanno criticato questa strategia come rischiosa, non dettata da evidenze scientifiche e suscettibili di provocare un elevato numero di vittime. Un rapporto pubblicato di recente dall’Imperial College di Londra, che ha portato al cambiamento della politica del governo del Regno Unito, ha stimato che l’attuazione di questa strategia provocherebbe 250.000 morti nel Regno Unito. Poichè non è possibile isolare efficacemente le popolazioni a rischio, specialmente quando il virus continua a diffondersi, è probabile che il sistema sanitario collassi sotto la spinta di un elevatissimo numero di casi gravi su un arco temporale molto ristretto.

Neoliberismo epidemiologico

Perché un paese come il Regno Unito dovrebbe prendere in considerazione una strategia così rischiosa e perché altri paesi stanno ancora seguendo questo approccio? Il motivo è la cultura neoliberista. Dagli anni ’80, i governi sono stati ispirati da un paradigma politico neoliberista, che ha sostituito la politica sociale guidata dallo stato, attraverso la privatizzazione di servizi essenziali e la deregolamentazione del mercato. La fede neoliberista nella giustizia intrinseca del mercato ha portato ad una logica politica che mette letteralmente il profitto davanti al benessere individuale. Ed ha colonizzato la mente delle persone inducendole a credere, in una logica puramente calvinista, che la povertà, la precarietà o la disoccupazione siano colpe individuali.

L’ironia del neoliberismo è che crea l’illusione della mobilità sociale, rafforzando e persino approfondendo la disuguaglianza sociale. Presuppone che se qualcuno può “farcela” in un libero mercato, deve essere colpa della gente se è povera. Ma questa convinzione non è solo sbagliata, è anche violenta. Il neoliberismo ha portato i ricchi a diventare più ricchi e i poveri a soffrire maggiormente di privazione, precarietà e dipendenza. Ciò che potrebbe sembrare una politica di laissez faire è un sistema raffinato e complesso di violenza strutturale automatizzata contro i deboli, che frantuma anche ogni possibilità di resistenza.

L’immunità di gregge è il neoliberismo epidemiologico. Proprio come la convinzione incondizionata nel libero mercato, l’immunità di gregge si basa sul presupposto che un’epidemia venga meglio superata lasciandola non regolamentata. Ma proprio come il neoliberismo, anche l’idea di immunità di gregge portata a scelta politica provoca violenza contro i deboli e i poveri: anziani e disabili, senzatetto, rifugiati e persone con gravi condizioni di salute, molti dei quali hanno probabilmente uno status socioeconomico inferiore a causa della correlazione tra povertà e malattia. Queste sono le persone ad alto rischio di morte per COVID-19, specialmente se il sistema sanitario è sopraffatto e i medici devono eseguire triage severi.

Fragilità del welfare state: la logica dell’immunità di gregge

Non è un caso che siano stati il ​​Regno Unito e i Paesi Bassi, due dei paesi più neoliberisti d’Europa, a sostenere questo approccio. Questi paesi hanno trascorso gli ultimi decenni ad attuare politiche che privilegiano gli interessi economici rispetto agli interessi sociali e hanno sistematicamente ridotto il finanziamento dell’assistenza sanitaria, dell’istruzione e dell’edilizia abitativa. Il contrastare misure di blocco economicamente dannose si adatta perfettamente alla logica politica della destra neoliberista dominante.

La Svezia, tuttavia, è un caso più enigmatico: è un paese che è internazionalmente ammirato per la sua buona politica sociale e il suo generoso welfare state. Ma anche un archetipo socialdemocratico come questo paese non è stato immune alla politica neoliberista e come nella maggior parte dei paesi europei, il suo stato sociale è stato sistematicamente smantellato negli ultimi decenni.
La più grande sfida dell’epidemia di coronavirus è “appiattire la curva”, in modo che le capacità di terapia intensiva e critica non vengano sopraffatte. Ma questi tre paesi hanno già capacità così basse per le cure critiche, che non sarebbero sufficienti anche con misure di blocco rigorose. Il Regno Unito e i Paesi Bassi hanno solo circa la metà della capacità dell’Italia di posti letto di terapia intensiva pro capite. E la Svezia, il presunto miglior stato sociale in Europa, ne ha addirittura meno della metà.

Se questi paesi volessero impedire che le loro capacità di cura vengano sopraffatte, avrebbero dovuto agire molto tempo fa. Ma la nave è già salpata. L’applicazione di rigide misure di blocco non solo metterebbe a dura prova la loro economia, ma esporrebbe il sistema sanitario annichilito da decenni di politica neoliberista ad un rapido collasso. Optare per l’immunità di gregge consente ai governi di attribuire al virus piuttosto che al cattivo governo il crollo del sistema sanitario. Proprio come i poveri possono essere accusati di non aver provato abbastanza a migliorare la loro condizione ed i singoli malati possono essere accusati di non aver seguito le misure di quarantena. La cosa importante è che non emergano responsabilità del governo per le morti delle persone.

L’immunità al gregge non è solo cattiva scienza o pessima politica. È di fatto una guerra biologica. Molte persone moriranno ed i governi non se ne assumeranno la responsabilità. Ma questa strategia non è apparsa dal nulla. È una continuazione logica del razionale politico che ha governato il mondo negli ultimi decenni, portata all’estremo come un darwinismo sociale laissez-faire.

Perché le persone che hanno fiducia in un mercato non regolamentato si fideranno anche di un’epidemia non regolamentata, anche se uccide.

Link al testo originale: https://thequarantimes.wordpress.com/2020/03/19/herd-immunity-is-epidemiological-neoliberalism/ – by Isabel Frey

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