Dopo un decennio nello scorso ottobre si è chiusa l’era di Luigi de Magistris come sindaco di Napoli, cui è succeduto, eletto al primo turno Gaetano Manfredi.
Ebbene dopo sei mesi è più che legittimo fare un bilancio dell’attività del nuovo Sindaco e della sua giunta.
Incarico non facile quello di Sindaco all’ombra del Vesuvio, in una città in perenne crisi da sempre sull’orlo del baratro e purtroppo del dissesto economico; tanto è vero che l’ex rettore ed ex ministro, prima di accettare la candidatura ha titubato a lungo.
Il resto è cronaca con un finale andato oltre le più rosee previsioni , con una cavalcata trionfale ed incontrastata verso Palazzo San Giacomo.
Dopo un decennio di sostanziale anomalia , in cui Napoli è stata governata da un Sindaco, senza un partito alle spalle , con tutto ciò che ne deriva , i partiti ed in particolare i democratici sono tornati nella stanza dei bottoni.
Con quali prospettive ? cosa si può aspettare la città?
Di primo acchito si potrebbe dire che siamo in ogni caso siamo usciti da una fase politica dominata dai toni conflittuali, quasi populisti ,piccola esagerazione , ma in ogni caso è sicuro che i toni del dibattito politico in città si sono abbassati .
Ed allora?
Difficile dirlo, il quadro è ancora lungi dall’essere completato , ma in ogni caso oggi è possibile tracciare un primo bilancio dell’operato di Gaetano Manfredi e della sua giunta, con una prima avvertenza .
Ovvero il destino di una città non è solo nelle mani del suo primo cittadino ma anche del Consiglio Comunale e nello specifico della maggioranza che lo sostiene; piaccia o meno ma senza una maggioranza solida è difficile portare avanti un progetto politico.
Al netto di qualche schermaglia , del tutto fisiologica ,ci mancherebbe, si deve rilevare una maggioranza solida e coesa e questo agevola l’azione di Manfredi.
Ecco se si può fare una prima differenza con la precedente giunta , questa è data dal fatto che De Magistris, non aveva alle spalle una vera maggioranza , abituata alla lotta e al confronto politico e questo ne ha indubbiamente condizionato l’operato.
Senza contare , che volendo mantenere un proprio profilo autonomo il dialogo con le altre forze aveva dei limiti già in partenza, pena il rischio di finire assorbiti; differente se il movimento dell’ex Sindaco” Dema” avesse avuto una rilevanza nazionale, ma questa è un’altra storia.
Tornando a Gaetano Manfredi, da più parti è accusato di un sostanziale immobilismo dell’azione di governo e della mancanza di un vero e proprio progetto, insomma di una strategia , in primo luogo per il rilancio della città.
Ora bisogna tenere a mente che sia pur eletto direttamente dai cittadini, il primo cittadino è pur sempre espressione delle forze politiche e necessariamente si deve muovere in tale ambito , che purtroppo a Napoli al di là del colore politico del Sindaco in carica mostra evidenti limiti.
Al netto di ogni giudizio , si deve dire come sia ancora troppo presto per sentenziarlo, anche se per la verità i segnali sono differenti e lasciano intravedere qualcosa di interessante per Napoli.
Come interpretare del resto la firma del “ patto per Napoli” e l’attenzione verso le risorse che possono arrivare alla città attraverso il PNRR , se non in chiave dell’avvio di una nuova fase.
Vero si tratta di meri intenti , in cui al di là del valore di una firma, occorre passare dalle parole ai fatti , ma lasciano intravedere che almeno si è scelta una strada e si ha un’idea di dove voler andare nell’amministrazione della cosa cittadina.
Certo alle parole , dovranno seguire i fatti e verrà il momento in cui anche Manfredi sarà giudicato per l’operato svolto, meglio se ciò avvenisse a fine mandato.
Questo non per una politica “ attendista” ma perché anche in Italia si dovrebbe finalmente cominciare a capire che i bilanci si fanno alla fine di un mandato.
Nell’attesa va riconosciuto a Gaetano Manfredi, una dote , forse dovuta al fatto che non è un vero politico, almeno nel senso letterale della parola , ma un tecnico prestato alle istituzioni : la chiarezza e l’onestà intellettuale.
Merce non sempre frequente a queste latitudini , che ha portato il Sindaco ha chiarire come per un corretto uso dei fondi PNRR occorrano tecnici che il comune al momento non ha , così come precisare che il governo della città , risulta condizionato dalla scarsità di fondi.
Attenzione , tutto ciò non va interpretato come un mettere le mani avanti, o peggio come scaricare su altri le responsabilità degli insuccessi , ma semplicemente di richiamare l’attenzione di tutti su quelle che sono realmente le difficoltà .
Una concretezza ed una lucidità che si è potuta intravedere anche nella scelta degli assessori , poiché non potendo chiamare a collaborare molti esponenti politici e della società civile , per vari fattori , non ultimo quello economico, sono stati individuati profili differenti.
Vale a dire sono stati scelti come assessori , personaggi che di loro erano già autonomi dal punto di vista economico : in poche parole in squadra Manfredi ha voluto tutte persone che avevano un loro vissuto professionale ed erano economicamente in grado di non trovarsi in difficoltà nell’accettare un assessorato.
Troppo esiguo per tanti lo stipendio di assessore, soprattutto per i rischi e per le responsabilità che comporta e che in passato ha spinto non pochi a rifiutare una proposta del genere.
In ogni caso alcune scelte come quella di Paolo Baratta al bilancio , sono da interpretarsi positivamente e vanno lette nell’ottica di una rinnovata coesione con il governo nazionale.
Punto a favore è anche che per lo meno sino a questo momento sia la giunta che il Consiglio appaiono coesi e di questo si gioverà anche la città ; condizioni abbastanza favorevoli per esercitare l’azione di governo.
Certo , ancora una volta è venuta a mancare una vera opposizione in Consiglio Comunale, in grado di fare da pungolo alla maggioranza e questo alla lunga può essere un problema. Infatti il rischio è che giunta e maggioranza si adagino e scelgano di vivacchiare ; al Sindaco il compito di evitare che questo accada.
Interessante poi il rapporto con la Regione Campania e nello specifico con il Presidente Vincenzo De Luca; infatti all’atto della candidatura , Manfredi era percepito dai più maligni come emanazione di costui, meglio come una sorta di delegato a realizzare i “ desiderata” deluchiani nel capoluogo.
Nella realtà le cose non stanno andando così, poiché senza esasperare i toni e senza mai rifiutare un rapporto di collaborazione istituzionale il Sindaco, si sta lentamente creando un proprio spazio, affrancandosi se mai vi fosse stata da qualsiasi forma di tutela.
Se tutto ciò , poi sfocerà in un contrasto è tutto da vedere, ma difficile si vada in questa direzione, anche se Manfredi non mancherà di marcare sempre di più le differenze.
Del resto Napoli di tutto ha bisogno , fuorché di precipitare in un nuovo isolamento, avendo bisogno di ben altro.
In primo luogo di riuscire ad avviare un suo percorso quotidiano e di riuscire a gestire l’ordinario, con un processo che porti a selezionare con gradualità una classe politica differente.
Ecco sotto questo aspetto Gaetano Manfredi , appare perfettamente calato nel ruolo e se riuscisse a portare avanti un programma di questo genere , avrebbe già fatto qualcosa di straordinario , messo i semi per il raccolto futuro come si suol dire.
Il vero cambiamento , per questa città sarebbe quello di passare dalla politica degli annunci e dell’emergenza appunto a quella della corretta gestione dell’ordinario.
Deve venire il tempo , per aspirare anche a qualcosa di più per Napoli, ma solo al termine di un percorso che privilegi i fatti e non le parole, che persegua obiettivi realmente raggiungibili e alla portata .
Il quadro nazionale con continui tagli ai trasferimenti è le patologie di cui soffrono gli enti locali nello specifico, rendono tutto più complicato .
La vera sfida da vincere è questa , ovvero riuscire a governare la città , senza voli pindarici, portando a casa risultati concreti, nonostante questa situazione penalizzante in partenza.
Ecco perché il vero successo di questa consiliatura sarebbe quello di gestire la città in modo normale , senza particolari progetti ma assicurando la corretta gestione dell’ordinario, per lo straordinario non è ancora il momento .
Chiaro l’azione di governo e l’operato di un Sindaco deve senza dubbio portare dei risultati concreti, ed ovviamente questo vale anche per questo Sindaco , ma di sicuro aver compreso che la città ha bisogno di una sana normalità , dopo un decennio , diciamo un po’ esuberante è di per sé già qualcosa che lascia ben sperare.