C’era una volta a… Hollywood, di Quentin Tarantino, con Leonardo DiCaprio, Brad Pitt, Margot Robbie, Emile Hirsch, Margaret Qualley, Austin Butler, Dakota Fanning, Bruce Dern, Mike Moh, Luke Perry, Al Pacino.

Fine anni sessanta: Rick Dalton è un attore di Hollywood a un punto morto della propria carriera, Cliff Booth, stunt-man dal carattere difficile, è da otto anni la sua controfigura, il suo tuttofare e il suo migliore amico. Mentre è impegnato con le riprese dell’episodio pilota di una serie western, Rick scopre di avere due nuovi vicini di casa: Roman Polanski e Sharon Tate.

Film numero nove di Tarantino, pensato e ideato a lungo come romanzo e infine trasfigurato in pellicola. La vicenda, ambientata interamente nel 1969, restituisce uno spaccato di Los Angeles e degli Studios in un’epoca di transizione del cinema: non è la prima volta che Hollywood guarda al proprio passato, ma la ricostruzione è chiaramente filtrata dalla visione e dagli ingredienti classici del regista. La trama si sviluppa in maniera piuttosto lineare, eccetto alcuni immancabili flashback, seguendo in parallelo le vicende quotidiane dei tre protagonisti e intrecciandosi con la nota vicenda degli omicidi della famiglia Manson. La coppia DiCaprio-Pitt funziona: mezzo pazzo, frignone e ossessionato il primo; duro, calmo e tutto d’un pezzo il secondo. Margot Robbie interpreta un’attrice emozionata del proprio lavoro, è il volto giovane della Hollywood che verrà, ma è ancora, almeno in apparenza, del tutto pura e incontaminata; è il simbolo di un piccolo mondo dorato, aspetto tanto più evidente nel confronto a distanza con Rick, squassato dagli irrefrenabili attacchi di tosse, dall’alcolismo e dall’ossessione di essere al capolinea della propria vicenda professionale ed esistenziale. Inevitabili i riferimenti all’amato cinema italiano e ai propri lavori precedenti, esilarante il confronto ravvicinato tra Pitt e Mike Moh nei panni di Bruce Lee, ardente il finale: il film paga forse l’eccessiva lunghezza, ma Tarantino non si smentisce e confeziona un prodotto destinato al solito approccio manicheo, diviso tra chi lo odierà e chi lo esalterà.

 

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